Danni da glifosato? Verità giuridica a confronto con verità scientifica
È di pochi giorni fa la notizia dell’arresto di un avvocato della Virginia, Timothy Litzenburg, accusato di tentata estorsione a una società chimica produttrice dell’erbicida glifosato. Litzenburg avrebbe minacciato di infliggere “sostanziali danni finanziari e reputazionali” a meno che non avesse ricevuto il pagamento di 200 milioni di dollari in “spese di consulenza".
Come riportato dai funzionari federali americani, Litzenburg avrebbe fatto ripetutamente le sue richieste attraverso telefonate ed e-mail, nonché in un incontro con gli avvocati aziendali, mettendo in chiaro che i 200 milioni di dollari non sarebbero stati un accordo per alcun cliente, ma piuttosto un pagamento per lui e i suoi collaboratori (Wall Street Journal, 21 Dicembre 2019).
La versione di Litzenburg
Il nome della società non viene reso noto ma Litzenburg faceva parte del team di avvocati che nell’agosto del 2018 vinse la famosa causa contro il produttore di glifosato Monsanto, la multinazionale di biotecnologie agrarie rilevata pochi mesi prima dalla Bayer. Il suo assistito, l’ex giardiniere Dewayne Johnson, malato di linfoma non Hodgkin, aveva denunciato l’azienda affermando che l’utilizzo professionale dell’erbicida Roundup (prodotto a base di glifosato) avesse contribuito a farlo ammalare di tumore.
La multinazionale, condannata a pagare un risarcimento milionario in quanto non avrebbe adeguatamente avvisato sul rischio correlato all’utilizzo del prodotto, per altro sempre escluso dalle Agenzie di regolamentazioni Internazionali, ha presentato appello ribadendo che l’azienda “ha presentato le prove sperimentali agli esperti incaricati di valutare la sicurezza dell’uso del glifosato e ha agito con responsabilità” e che il verdetto della giuria era “totalmente in disaccordo con oltre 40 anni di uso nel mondo reale dell’erbicida glifosato e una vasta raccolta di dati e analisi scientifiche, comprese revisioni approfondite da parte delle autorità regolatorie”.
Il glifosato è cancerogeno? La risposta delle agenzie regolatorie
A maggio del 2017, l'Agenzia per l’ambiente statunitense (EPA) affermò che il glifosato non è cancerogeno e il suo utilizzo, in accordo con le indicazioni riportate sull’etichetta, non comporta rischi per la salute pubblica. Questo documento conferma un report dell’Agenzia dello stesso anno (2017) nel quale si escludeva l’insorgenza di tumori a causa dell’utilizzo del prodotto.
Al contempo anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) si era espressa per la non cancerogenicità del glifosato, così come l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il comitato congiunto FAO/OMS (JMPR). Sorprendentemente, nel 2017, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito il glifosato nel Gruppo 2 A “probabilmente cancerogeno”.
È doveroso ricordare però che lo IARC non si occupa di valutazione del rischio, ma di classificazione basata sul pericolo, ovvero senza alcuna considerazione quantitativa della dose e dell’esposizione: in tossicologia il pericolo è un concetto astratto, legato ai danni potenziali che può causare una sostanza nel caso si venga ad essa esposti, mentre il rischio è la possibilità concreta di subire danni se ci espone effettivamente alla sostanza e, precisamente, a una stabilità quantità di dose. È quindi non tanto la sostanza in sé a provocare un danno alla salute, ma l’esposizione ad essa (per ingestione, inalazione e così via) e in particolare la quantità di tale sostanza.
Inoltre, a differenza delle altre agenzie, non essendo IARC un ente regolatorio, le cui decisioni hanno dirette ricadute legislative, ha disponibilità di dati meno copiosi.
Glifosato Bayer: una storia infinita
La vicenda della tentata estorsione di Litzenburg che pubblicizza il suo studio con la frase “se tu o un tuo caro siete stati esposti al glifosato, si può aver diritto a un risarcimento”, sembra essere il caso in cui un “fantasioso” avvocato, in un modo o in un altro, cerca di spillare soldi a una multinazionale su basi legali non supportate dai pareri rassicuranti espressi negli anni da svariate Autorità internazionali.
Tuttavia, negli Stati Uniti sono più di 12 mila le cause intentate contro la Bayer sui presunti effetti del glifosato e ad oggi, le sentenze di risarcimento (in contrasto con i pareri scientifici degli enti regolatori) sono tre, cioè pari allo 0,02%.
Bibliografia:
https://www.justice.gov/opa/press-release/file/1227241/download
https://www.justice.gov/opa/pr/virginia-attorney-arrested-engaging-scheme-extort-public-company