Inquinamento indoor: quali rischi per la salute?
Quando pensiamo all'inquinamento, la nostra mente va subito alla qualità dell'aria esterna (outdoor). Tuttavia, spesso negli spazi chiusi si riscontrano livelli di inquinanti superiori rispetto all'esterno. Ciò accade perché, agli inquinanti presenti all'esterno, si sommano quelli derivanti da attività quotidiane, impianti di climatizzazione e materiali utilizzati nell'arredamento e nelle costruzioni.
Cos'è l'inquinamento indoor?
Per "inquinamento indoor" si intende la presenza di contaminanti fisici, chimici e biologici nell'aria degli ambienti chiusi, non naturalmente presenti nell'aria degli ecosistemi esterni di elevata qualità. Questi contaminanti possono provenire sia dall'esterno (come l'inquinamento atmosferico e i pollini) che da fonti interne, tra cui: persone e animali che occupano gli spazi, attività quotidiane, impianti di riscaldamento e climatizzazione, materiali edili e arredi.
Quali sono le principali cause dell'inquinamento indoor?
Gli occupanti di uno spazio possono contribuire all'inquinamento indoor in due modi principali. Il primo è tramite l'emissione di bioeffluenti, come l'anidride carbonica (CO2), principale gas prodotto dall'uomo, e contaminanti biologici, derivanti dalla desquamazione della pelle e dall'emissione di goccioline di saliva. Queste ultime possono rimanere sospese nell'aria e trasportare agenti infettivi. Sebbene i bioeffluenti in basse concentrazioni non siano pericolosi, possono provocare odori sgradevoli. Le persone contribuiscono anche all'inquinamento indoor con le loro abitudini quotidiane. Un esempio rilevante è il fumo di sigaretta, noto come ETS (Environmental Tobacco Smoke), che rilascia nicotina, sostanze irritanti, tossiche e potenzialmente cancerogene nell'aria. Anche cucinare e riscaldare gli ambienti può aumentare i livelli di biossido di azoto (NO2), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO). Il monossido di carbonio è particolarmente pericoloso perché si lega all'emoglobina al posto dell'ossigeno, con un'affinità 234 volte superiore, rendendo tale legame praticamente irreversibile. Inoltre, materiali da costruzione, arredi e rivestimenti (come vernici e pavimenti) possono rilasciare Composti Organici Volatili (COV), come la formaldeide, contribuendo alla "sindrome dell'edificio malato".
Tra gli inquinanti naturali indoor, uno dei più pericolosi è il radon. Questo gas radioattivo è presente nel terreno, nelle rocce e nei materiali edili, specialmente quelli di origine vulcanica. Il radon può penetrare negli edifici, in particolare negli spazi a contatto diretto con il suolo, come cantine e seminterrati, dove può raggiungere concentrazioni pericolose per la salute. Altre possibili fonti di inquinamento indoor includono i prodotti per la pulizia, come detersivi e insetticidi, e gli impianti di climatizzazione, che possono rappresentare un rischio microbiologico.
Effetti dell'inquinamento indoor sulla salute
Rispetto all'inquinamento esterno, studiato e monitorato da tempo, l'inquinamento indoor è diventato oggetto di attenzione solo negli ultimi decenni, con l’aumento delle evidenze scientifiche sui suoi effetti negativi per la salute, che possono essere acuti e a breve termine, o cronici e a lungo termine. Gli effetti sulla salute variano in base a diversi fattori, come la tipologia e concentrazione degli inquinanti, eventuali interazioni con altri contaminanti e il tempo di esposizione. Gli effetti a breve termine possono insorgere dopo una singola esposizione o ripetute esposizioni anche a basse concentrazioni. Solitamente, i sintomi si manifestano per un breve periodo e scompaiono una volta rimossa la fonte dell'inquinamento. Tuttavia, esposizioni brevi ma intense, come nel caso di incidenti domestici legati a fughe di gas o intossicazioni da monossido di carbonio, possono causare gravi conseguenze acute. Gli effetti a lungo termine derivano da esposizioni prolungate anche a basse concentrazioni e possono emergere anni dopo l’esposizione. Numerosi studi dimostrano che l'inquinamento indoor può danneggiare il sistema cardiovascolare, respiratorio, nervoso e immunitario, oltre a peggiorare patologie preesistenti.
Come ridurre l'inquinamento indoor?
Per migliorare la qualità dell’aria negli spazi chiusi e garantire ambienti sicuri, il Ministero della Salute ha promosso iniziative importanti volte a sensibilizzare su questo problema. Molto dipende però dalle nostre abitudini quotidiane. La ventilazione regolare degli ambienti è fondamentale per rinnovare l'aria e ridurre la concentrazione di sostanze nocive, oltre a eliminare il vapore acqueo in eccesso. Altre buone pratiche includono l’utilizzo della cappa durante la cottura dei cibi, l’uso di aspirapolveri con filtro HEPA e la manutenzione periodica dei filtri degli impianti di climatizzazione.