Microalghe tossiche per l’uomo: facciamo chiarezza
L’aumento della temperatura dei mari e altri fattori ambientali, hanno favorito il fenomeno delle fioriture algali, ovvero la proliferazione eccessiva di microalghe, un tempo tipico solo delle zone tropicali. Le microalghe sono organismi microscopici che popolano i nostri mari e i nostri corsi d'acqua, svolgendo un ruolo fondamentale negli ecosistemi acquatici. Tuttavia, alcune specie di microalghe producono tossine potenti che possono rappresentare un serio pericolo per la salute umana. Nelle coste del Mediterraneo, ad esempio, negli ultimi decenni si è assistito alla proliferazione di alcune specie del genere Ostreopsis, microalghe potenzialmente tossiche in quanto capaci di produrre tossine marine. Le tossine prodotte possono causare vari tipi di disturbi per la salute umana, sia a causa del contatto, associato ad attività di balneazione, attività sportive e ricreative, sia a causa del consumo di pesci e crostacei contaminati.
Alghe tossiche, conosciamole meglio
L’Ostreopsis, che può essere Ovata o Siamensis, è invisibile a occhio nudo ma, in particolari condizioni climatiche, prolifera fino a formare ampie chiazze bruno-rossastre ben riconoscibili in mare. È una specie bentonica (vive a stretto contatto con il fondo o fissata ad un substrato solido) che cresce su diversi substrati quali macroalghe, scogli, gusci di invertebrati e sedimenti mobili. Solitamente le fioriture algali sono innocue, ma quando sono formate da alghe tossiche, come alcune specie di Ostreopsis, hanno rilevanza dal punto di vista sanitario in quanto capaci di produrre tossine marine denominate genericamente palitossine (PLTX). La specie che maggiormente interessa il Mar Mediterraneo, l’Ostreopsis ovata, produce una serie di tossine, chiamate ovatossine, tutte chimicamente simili fra loro, indicate spesso come gruppo di tossine palitossina-simili.
Tossicità per l’uomo?
Al momento sono state osservate tre principali modalità di intossicazione per l’uomo: per via orale, per via inalatoria e per via cutanea. Nel primo caso l’intossicazione avviene a causa del consumo di molluschi, crostacei o pesci contaminati. La sintomatologia si manifesta con vomito, diarrea, dolori agli arti, spasmi muscolari e difficoltà respiratorie.
La seconda modalità di intossicazione, associata frequentemente all’uso ricreativo delle zone costiere, è l’inalazione di aerosol contenente cellule di alghe marine e/o tossine. I sintomi, che in genere si manifestano a distanza di 2-6 ore dall’esposizione, comprendono mal di gola, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, difficoltà respiratorie e febbre oltre i 38°C.
Sempre legato all’uso ricreativo (nuoto o giochi in acqua) è associata anche l’altra via di esposizione, quella cutanea e/o oculare, con manifestazioni di dermatiti e congiuntiviti.
Gestione delle fioriture algali in Italia
Dall'inizio degli anni 2000 si sono verificati diversi casi di disturbi alla salute dei bagnanti in varie zone costiere. L’intensificazione del fenomeno delle proliferazioni algali e i relativi risvolti sanitari, hanno indotto diversi Enti (Ministero della Salute, ARPA, Regioni e Comuni) ad occuparsi di questa problematica attraverso adeguati piani di monitoraggio delle acque di balneazione.
Nel 2007 il Ministero della Salute ha prodotto delle linee guida sulla gestione del rischio associato alle fioriture dell'alga Ostreopsis ovata nelle coste italiane, che sono state aggiornate nel 2014 dall'Istituto Superiore di Sanità e nel 2018 sono state integrate nella normativa sulle acque di balneazione.
Palitossine e sicurezza alimentare
Le PLTX sono tra le più potenti tossine marine di natura non peptidica e tra le principali cause di avvelenamento da prodotti ittici. Sono resistenti alle alte temperature, quindi non vengono denaturate con la bollitura o altri tipi di cottura. Infatti, casi di intossicazioni da PLTX, anche mortali, si sono verificati nelle zone tropicali e subtropicali in seguito al consumo di pesci e crostacei fortemente contaminati.
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), per ridurre il rischio di intossicazione a seguito di ingestione di cibi contaminati, ha stabilito una concentrazione massima di PLTX e suoi analoghi nei prodotti ittici. Assumendo un consumo di 400 grammi di prodotto, il limite massimo, protettivo per la salute dei consumatori è di 30 μg/kg di parte edibile.
Palitossine e acquari domestici
I potenziali rischi per la salute umana associati all’esposizione alla PLTX e composti analoghi, riguardano non solo i bagnanti e le persone che svolgono attività lavorative in prossimità della spiaggia, oltre che i consumatori di prodotti ittici contaminati, ma anche addetti e hobbisti coinvolti nella pulizia di acquari. Numerosi casi di intossicazione sono infatti stati registrati in seguito ad esposizione cutanea ed inalatoria ad alcuni coralli, come quelli del genere Palythoa e Zoanthus (capaci di produrre palitossine) presenti negli acquari domestici.
A scopo preventivo è importante fare la manutenzione degli acquari utilizzando guanti resistenti e possibilmente lunghi, mascherine e occhiali protettivi. Per eliminare le colonie infestanti di coralli è bene non usare mai acqua calda. Inoltre, è consigliabile mantenere una buona ventilazione durante le operazioni di manutenzione dell'acquario per ridurre il rischio di inalazione di aerosol contenenti tossine. Mentre in caso di manifestazione di effetti tossici, come riportato anche dall’Istituto Superiore della Sanità, "è fondamentale recarsi dal medico descrivendo con precisione i sintomi e facendo presente la possibilità di essere venuto a contatto con coralli".
La PLTX rappresenta una delle minacce più insidiose tra le tossine naturali prodotte dalle microalghe. Attraverso una combinazione di educazione, monitoraggio ambientale e pratiche di sicurezza, possiamo mitigare i rischi associati ad essa e continuare a godere delle meraviglie del nostro ambiente marino in sicurezza.