Nichel: tossicità e sicurezza
Il nichel (Ni) è un elemento naturale ampiamente diffuso nell’ambiente. Piccole quantità si trovano nell'acqua, nel suolo, nell'aria e nel cibo. Il nichel è un metallo facilmente lavorabile, resistente all’ossidazione ma solubile in acidi e dotato di proprietà ferromagnetiche. È spesso combinato con altri metalli (come ferro, rame, cromo e zinco) per formare leghe metalliche, a cui conferisce caratteristiche di durezza, resistenza alla corrosione e al calore.
Nichel: dove si trova
L'esposizione della popolazione al nichel avviene principalmente attraverso l'ingestione di alimenti che lo contengono (con un consumo medio stimato per gli adulti di circa 100-300 μg/die), l’inalazione di polveri o per contatto diretto con oggetti metallici.
Gli alimenti che lo contengono in maggiore quantità sono i vegetali (principalmente asparagi, broccoli, carciofi, carote, cavoli, cavolfiore, cipolla, fagiolini, funghi, lattuga, pomodoro, radicchio, spinaci), i legumi (in particolar modo lenticchie, fave, fagioli e piselli), la frutta (prugne, pere, kiwi e frutta secca), i cibi in scatola, il cioccolato, i grassi, il lievito in polvere e la farina integrale.
Anche se in misura minore rispetto alla sua presenza negli alimenti, il nichel può essere presente nell’acqua in quanto rilasciato da condutture idriche ed essere contenuto in acque sotterranee per via di un naturale rilascio da parte delle rocce e del terreno. Nelle varie regioni del mondo, il contenuto di nickel nell’acqua è molto variabile. In Italia, il Decreto Legislativo n.31 del 2001 stabilisce un valore massimo ammissibile di 20 μg/litro per l'acqua potabile.
L'esposizione della popolazione al nichel può avvenire anche attraverso il fumo (passivo e attivo) di tabacco e l’inalazione di polveri che lo contengono. Il nichel è un sottoprodotto di molte industrie; si trova nei gas di scarico delle autovetture e nei carburanti per il riscaldamento.
Infine, il nichel è presente in ornamenti metallici, fibbie, bottoni, montature metalliche di occhiali, pacemaker, dispositivi ortodontici quali ponti e corone, terracotta e porcellana.
Nichel: effetti sulla salute
Il nichel, una volta ingerito, è solo parzialmente assorbito dall'intestino (dal 12 al 33%). Una volta assorbito viene distribuito in tutto l’organismo ma principalmente nel rene da dove viene eliminato. L'ingestione di elevate quantità di nichel, o di alcuni suoi composti, causa avvelenamento con conseguenti disturbi gastrointestinali (quali vomito, nausea, mal di testa e, nei casi più gravi, emorragia gastrica). L'autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito come dose giornaliera tollerabile (DGT) 2,8 µg/kg di peso corporeo.
L’effetto indesiderato più comune è la sua capacità di indurre reazioni allergiche, reazioni che come ben si conosce, non sono solo legate alle dosi di esposizione ma anche alla reattività genetica del singolo individuo. Il nichel è la principale causa della dermatite allergica da contatto (DAC). Esso è responsabile di un numero di casi di DAC maggiore rispetto a quelli causati da tutti gli altri metalli considerati globalmente. L’allergia al nichel è la più diffusa al mondo.
Oltre alla dermatite allergica da contatto (DAC), il nichel è associato anche alla sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) con manifestazioni cutanee (cosiddetta dermatite da contatto sistemica o DSC) o extracutanee (gastrointestinali, respiratorie, neurologiche ecc.).
L’Unione Europea, al fine di prevenire l’induzione della DAC da Ni (prevenzione primaria) e di evitare l’elicitazione della DAC in soggetti presensibilizzati (prevenzione secondaria), ha istituito un quadro giuridico che disciplina la presenza e il rilascio di Ni in tutti gli oggetti destinati al contatto diretto e prolungato con la pelle. La normativa di riferimento a livello europeo sull’uso del nichel è il Regolamento Europeo 1907/2006 (REACH), allegato XVII, il quale stabilisce un valore massimo di rilascio del nichel di 0,5 µg /cm2/settimana per i prodotti a contatto prolungato con la pelle. Invece il tasso di cessione per i prodotti inseriti in parti perforate del corpo dev’essere inferiore a 0,2 µg /cm2/settimana.
Nonostante la direttiva europea sul nichel (UE Nickel Directive), la prevalenza di allergici al Ni nella popolazione generale rimane alta (8-18%), con una prevalenza più alta nell’Europa del sud rispetto a quella settentrionale.
Infine, va ricordato che una delle principali attività di prevenzione per limitare l'esposizione al nichel, soprattutto per i soggetti allergici, è la corretta lettura delle etichette che riportano spesso la dicitura “senza nichel” o “testato per il nichel” (nickel free o nickel tested).
Bibliografia:
https://www.epa.gov/sites/production/files/
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/cod.12846