PFAS: cosa sono e quali i rischi per la salute
I PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, sono composti organici di sintesi utilizzati in vari settori (ad es. tessile, prodotti per la casa, prodotti antincendio, automobilistico, alimentare, edile, elettronico). L'esposizione a queste sostanze, prevalentemente attraverso l’ingestione di acqua e cibi contaminati, può avere effetti nocivi sulla salute. La nuova soglia di sicurezza stabilita dall’EFSA è pari a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana.
Cosa sono i PFAS e dove si trovano?
I PFAS costituiscono una grande famiglia di sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate in campo industriale e in applicazioni di consumo. Dal punto di vista chimico i PFAS sono catene alchiliche idrofobiche fluorurate e per questo impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie a questa caratteristica e alla resistenza alle alte temperature trovano impiego nel trattamento antimacchia di tessuti e tappeti, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, nel rivestimento di padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico nonché nella produzione di schiume antincendio.
I principali PFAS sono: PFOA (acido perfluoroottanoico), PFOS (perfluoroottano sulfonato), PFNA (acido perfluorononanoico) e PFHxS (acido perfluoroesano sulfonico).
PFAS: quali sono i rischi per la salute?
I PFAS sono composti chimicamente stabili e resistenti ai tipici processi di degradazione; perciò, risultano essere persistenti e presenti sia nel suolo, che nell’aria e nell’acqua. Difatti, a livello europeo la produzione, l'immissione sul mercato e l'uso dei PFAS sono disciplinati dalla legislazione UE sugli inquinanti organici persistenti (Regolamento 2019/1021).
L’esposizione ai PFAS può avvenire in diversi modi, tra cui il consumo di acqua e cibi contaminati, come pesce, frutta, uova e prodotti a base di uova. L’esposizione può avvenire anche attraverso il contatto con superfici o suoli contaminati e l’inalazione di polveri contenenti PFAS, sebbene la via inalatoria sia generalmente rilevante per i soggetti esposti professionalmente (esempio i lavoratori dei siti produttivi).
I PFAS, in particolare i PFOA e PFOS, sono sempre più diffusi nell’ambiente al punto che la Commissione Europea ha chiesto all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) di valutare l’importanza dell’alimentazione per l’esposizione umana a queste sostanze.
Nell’ultimo parere scientifico gli esperti dell’EFSA hanno stabilito una dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana.
Il parere del 2018 stabiliva separate DST per i PFOS e PFOA, ma l’EFSA ha riesaminato tali sostanze tenendo conto delle conoscenze scientifiche più attuali e seguendo le sue recenti linee guida per la valutazione dell'esposizione congiunta a più sostanze chimiche.
Nello stabilire la DST gli esperti hanno individuato un particolare effetto delle sostanze perfluoroalchiliche sulla salute umana: una diminuzione della risposta immunitaria alle vaccinazioni. Si tratta di una novità rispetto al precedente parere dell'EFSA del 2018 sui PFAS, che riteneva l'aumento del colesterolo il principale effetto critico.
Il parere scientifico dell’EFSA coadiuverà i gestori del rischio nell’assumere decisioni circa le modalità più opportune per tutelare i consumatori dall’esposizione ai PFAS tramite l’alimentazione.
https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/6223