Talco e cancro dell’ovaio: una correlazione improbabile
È di queste settimane la notizia che la multinazionale Johnson&Johnson ha spiegato in un comunicato che interromperà le vendite di prodotti contenenti talco nei prossimi mesi in USA ed in Canada, a causa del calo della domanda alimentato dalle numerose accuse sulla supposta cancerogenicità di tale minerale se contenente piccole quantità di asbesto/amianto noto per il suo potenziale cancerogeno per le vie inalatorie.
Talco e asbesto
Il talco è un minerale (silicato di magnesio), noto dall’antichità e molto diffuso sulla Terra, molto usato come materia prima in svariati campi industriali e nella produzione di vari cosmetici. Viene estratto nelle miniere e a seconda dei giacimenti può essere più o meno puro, con contaminazione di asbesto, (già noto per essere all'origine di tumori ai polmoni).
Fin dagli anni ’70, però, per legge i prodotti a base di talco devono essere privi di asbesto.
Talco e cancro dell’ovaio
Negli ultimi anni la Johnson&Johnson è stata coinvolta in migliaia di cause da parte dei consumatori che affermano di essersi ammalati di tumore a causa dell’utilizzo di cosmetici in polvere contenenti del talco. In particolare, ha avuto grande risonanza la sentenza del 2018 che ha condannato la Società a risarcire per 4,7 miliardi di dollari 22 donne ammalate di cancro all’ovaio (malattia che rappresenta meno del 3% di tutti i casi di tumore). Un tribunale statunitense stabilì che il cancro alle ovaie era stato causato dall'asbesto/amianto presente nei prodotti a base di talco. Tuttavia, la maggior parte delle evidenze scientifiche non concorda, a tutt’oggi, con le conclusioni della sentenza.
Il talco è cancerogeno?
I fattori che sono noti per aumentare il rischio di una donna di cancro dell’ovaio comprendono l'età, l'obesità, l'uso della terapia estrogenica dopo la menopausa, l'assenza di bambini, alcune mutazioni genetiche e la storia personale o familiare del cancro dell’ovaio.
Gli studi epidemiologici condotti sull’argomento talco sono stati prevalentemente di due tipi.
I primi sono i cosiddetti “caso-controllo", con cui si cerca di capire quali eventi o comportamenti del passato sono comuni tra le persone che sono incorse in specifiche patologie (i “casi”) e non lo sono invece tra le donne che non si sono ammalate (i "controlli"). Sono state esaminate le abitudini di donne sane e di donne colpite dalla patologia cancerosa all’ovaio, quantificando l’uso di talco in base ai loro ricordi. I risultati hanno descritto un aumento di rischio del cancro ovarico associato all’uso di talco per l’igiene intima. Tuttavia, questi studi, basati su ciò che le donne ricordavano delle proprie abitudini degli anni precedenti, sono considerati non scientificamente rigorosi e poco attendibili in quanto la memoria può essere influenzata da diversi fattori individuali.
Più affidabili sono gli studi di “coorte” che hanno seguito un ampio numero di donne per molti anni, raccogliendo tra gli altri dati anche quelli dell’uso di polvere di talco per cercar di capire se le donne affette da cancro dell’ovaio avessero fatto uso di talco in modo significativamente superiore alle donne non ammalate. I risultati non mostrano alcuna associazione statisticamente significativa fra i tumori dell’ovaio e l’esposizione al talco.
Cosa dicono le Agenzie?
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il talco, contaminato da asbesto, come cancerogeno per gli esseri umani (Gruppo 1) e il talco non contaminato da asbesto come NON classificabile tra i cancerogeni umani (Gruppo 3).
In via prudenziale lo IARC considera solo l'uso del talco a livello perineale come "possibile cancerogeno per l'uomo" (Gruppo 2B).
Tuttavia, è importante sottolineare che solamente il dato quantitativo della relazione dose risposta confrontata con l’entità dell’esposizione permette di trarre conclusioni coerenti sulla causalità di un effetto tossico. SITOX ribadisce che per quanto riguarda i prodotti a base di talco, i dati indicano che il rischio cancerogeno attuale derivante dal loro uso non è sostenuto dai dati scientifici disponibili basati sulla caratterizzazione del rischio.
https://www.jnj.com/our-company/johnson-johnson
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2758452
https://monographs.iarc.fr/wp-content/uploads/2018/06/mono93.pdf