Xylella, quante bufale: più equilibrio nell'informazione. Ecco cosa è successo.
Da anni si discute sul disseccamento degli olivi del Salento a causa della Xylella fastidiosa e il dibattito sembra non placarsi con notizie pseudoscientifiche e infondate che periodicamente tornano alla ribalta sui media. Ma cosa dicono i dati provenienti dalla ricerca e le evidenze scientifiche?
X. fastidiosa è un batterio che prolifera nei vasi xilematici delle piante ed è associato a malattie gravi che interessano non solo gli olivi ma anche la vite, il mandorlo, gli agrumi, il ciliegio, il mirto e l’acacia, per citare solo alcune delle oltre 500 specie che possono essere infettate dal batterio.
Si chiama così proprio perché colonizza lo xilema delle piante, ossia l’insieme dei vasi adibiti al trasporto di acqua e soluti dalle radici alle foglie. La presenza del batterio ne causa l’ostruzione, e quindi una serie di alterazioni in grado di determinare anche la morte delle piante infette, paragonabile a quella prodotta dalla presenza del colesterolo nelle arterie. Tra le sintomatologie tipiche e più frequenti associate alle infezioni di X. fastidiosa, vi sono la bruscatura delle foglie, il ridotto accrescimento e il disseccamento dei rami e dei germogli.
L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), sin dall'inizio dell’epidemia, ha pubblicato numerosi rapporti e pareri scientifici su X. fastidiosa: a gennaio del 2015 e a maggio 2019 l'EFSA ha pubblicato un'esaustiva valutazione del rischio fitosanitario e a marzo del 2016 i risultati di un progetto pilota finalizzato alla valutazione della gamma degli ospiti del ceppo pugliese.
La scoperta più importante è stata la conferma che X. fastidiosa è l'agente causale del disseccamento degli olivi osservato in Puglia. Le evidenze scientifiche riportate dimostrano il contrario di quanto sostenuto in una delle principali affermazioni pseudoscientifiche sul caso Xylella, e cioè che il disseccamento non è causato dal batterio in questione.
La sua trasmissione avviene tramite il materiale di propagazione vegetale infetto o ad opera di insetti vettori. Nel caso degli olivi pugliesi, Philaenus spumarius (sputacchina dei prati) risulta essere, attualmente, il vettore principale. Questi insetti, quando sono adulti e dotati di ali, raggiungono la vegetazione degli olivi e si nutrono succhiando la linfa, dalle foglie delle piante infette acquisendo, in tal modo, anche il batterio. Di conseguenza, quando volano sulle altre piante, trasmettono il batterio agli olivi sani con l'immissione di saliva nei tessuti.
Purtroppo, non esiste una cura in grado di eliminare X. Fastidiosa dalle piante infette, come ribadito anche da un recentissimo parere dell'EFSA pubblicato maggio 2019, a seguito della valutazione di numerosi lavori finalizzati a individuare eventuali metodi curativi. Appare evidente che l'unica alternativa possibile per contrastare l'ulteriore diffusione della malattia consiste nell'eliminazione dei serbatoi d'inoculo del batterio (abbattimento degli olivi infetti) e nel controllo dell'insetto vettore, la sputacchina.
Si arriva così ad un altro luogo comune, forse quello che più ha influenzato la percezione del problema da parte dell'opinione pubblica: il “massiccio e indiscriminato uso di pesticidi”. Si parla di migliaia di tonnellate di pesticidi e per lo più, secondo affermazioni infondate, di prodotti messi al bando dall’UE perché estremamente tossici per persone e animali. Anche in questo caso, la legge e le evidenze scientifiche dimostrano il contrario. Va ricordato, infatti, che il controllo del vettore si basa su una strategia che prevede:
· l’abbattimento della popolazione degli stadi giovanili, che sono poco mobili e si nutrono sulle piante erbacee spontanee, mediante lavorazioni superficiali del terreno nel mese di aprile, con distruzione meccanica (e non chimica come si vuol far credere) della vegetazione infestante;
· l’esecuzione di due trattamenti insetticidi sugli olivi, in presenza della forma adulta, rilevata dall’attività di monitoraggio territoriale effettuata dalla Regione Puglia;
· la potatura, finalizzata a ridurre la nuova vegetazione più tenera e più appetibile per il vettore, riducendo il rischio di trasmissione dell’infezione, rendendo più efficace la distribuzione dei prodotti fitosanitari all'interno della chioma, permettendone l’ottimizzazione delle dosi, favorendo l’arieggiamento della parte aerea, migliorandone lo stato vegetativo e ostacolando lo sviluppo di altre avversità parassitarie.
Al riguardo, vi è da ribadire e sottolineare che i trattamenti sono da effettuare esclusivamente su piante di olivo con prodotti autorizzati per tale uso dal Ministero della Salute. Attualmente, possono essere utilizzati solo due prodotti che, peraltro, sono autorizzati e impiegati da anni anche contro altre avversità dell’olivo come mosca, tignola e cocciniglia.
Risulta, quindi, evidente che si tratta di tutt'altro che di un “massiccio e indiscriminato uso di pesticidi” e che, anzi, il controllo della sputacchina deve essere effettuato secondo un approccio di tipo integrato e razionale, rispettando le dosi in etichetta e le prescrizioni in materia di sicurezza ambientale e seguendo precise indicazioni di tipo tecnico, accessibili visitando il portale ufficiale della Regione Puglia: www.emergenzaxylella.it.
Il problema della disinformazione riguardo all'epidemia di X. Fastidiosa nel Salento ha avuto gravissime conseguenze sull'economia pugliese e rischia di estendere il contagio a tutto il paese da parte di un batterio da quarantena la cui diffusione doveva essere contenuta seguendo quanto previsto dalla normativa e definito dalla scienza.
Non sono i trattamenti fitosanitari e il numero di alberi da abbattere ad aver trasformato gran parte delle distese di ulivo del Salento in una landa irriconoscibile, ma irrazionali posizioni ideologiche alimentate una colpevole disinformazione generalizzata che, con il suo clamore, ha coperto il silenzioso e rigoroso lavoro della Scienza e delle Istituzioni.
Bibliografia.
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2015.3989
https://www.ponteproject.eu/scientific-publications/incidenza-di-xylella-oliveti-con-disseccamento-rapido/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29255232
https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/5666
https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/5665