8 marzo 2019
#Aspartame, tossicità degli edulcoranti tra bufale e scienza.
La commercializzazione dell’aspartame venne approvata nel 1981 dalla Food and Drug Administration (FDA), l’ente americano che controlla la #sicurezza di farmaci e alimenti, e da allora è diventato uno dei dolcificanti artificiali più conosciuti al mondo e sicuramente uno dei più testati.
Da più di trent’anni questo edulcorante e i suoi derivati sono argomento di approfondite ricerche che comprendono studi sperimentali sugli animali, ricerche cliniche, studi tossicologici sulle quantità assunte, studi epidemiologici e attività di sorveglianza successiva all’immissione in commercio. Da molti anni e in molti Paesi l’aspartame, a seguito di accurate valutazioni e ricerche, è giudicato sicuro per il consumo umano. Perché allora questo dolcificante è ritenuto da molti consumatori un pericoloso additivo?
Già all’inizio della sua travagliata approvazione ha suscitato qualche sospetto, perché i primi studi, sui quali l’FDA si è basata per commercializzarlo, erano abbastanza imprecisi. Inoltre, due dipendenti dell’FDA, che avevano lavorato proprio su questo caso, erano stati poi assunti dal maggior produttore all’epoca di aspartame: la G.D. Searle.
Ciò originò accuse di conflitto di interessi oltre che le solite ipotesi di complotto. Ma la vera fonte del mito della nocività dell’aspartame e della sua terribile fama è dovuta essenzialmente alla disinformazione.
Nel 1998 è comparsa una lettera firmata da una certa Nancy Markle che additava l’aspartame come responsabile di gravi patologie quali tumori, lupus, sclerosi multipla, tossicità da metanolo (suo metabolita) e problemi in gravidanza, generando una vera e propria catena di Sant'Antonio diffusa tramite email.
Sin dalla sua istituzione, nel 2002, l’European Food Safety Authority (#EFSA) ha tenuto la sicurezza dell'aspartame sotto costante osservazione. Nel 2006, 2009, 2011 e 2013 i suoi gruppi di esperti hanno emanato pareri su nuovi studi scientifici in merito alla presunta tossicità di questo dolcificante.
In tutte queste occasioni, però, l’Autorità ha sempre concluso che i nuovi dati scientifici non costituivano motivo sufficiente per rivedere la valutazione della sicurezza dell'aspartame, né per ritoccare l'attuale dose giornaliera accettabile (DGA).
L'aspartame viene metabolizzato dal nostro organismo dando luogo ad acido aspartico, un amminoacido non essenziale e a #fenilalanina, contenuta nella maggior parte delle proteine animali e vegetali, il cui metabolismo potrebbe rappresentare un problema per le persone affette da fenilchetonuria o alcaptonuria a cui per altro DGA di 40 mg/kg non è applicabile in quanto devono comunque seguire rigorosamente una dieta a basso contenuto di fenilalanina.
Il metabolismo dell’aspartame produce anche #metanolo, alcol presente naturalmente in frutta e verdura e nel sangue umano, il quale, a sua volta viene trasformato in formaldeide e successivamente in acido formico i cui sali, i formiati, a dosi altissime sono stati riconosciuti essere neurotossici nelle sperimentazioni animali.
L'attuale dose giornaliera accettabile (#DGA) di 40mg/kg di peso corporeo/die è ritenuta protettiva della popolazione generale e l'esposizione dei consumatori all'aspartame è ben al di sotto di questa DGA. Per raggiungere tale dose, un adulto che pesi 60 kg dovrebbe bere 12 lattine da 330 ml di una qualsiasi bevanda dietetica, che contenga aspartame ai massimi livelli di uso consentiti, ogni giorno per tutta la vita, oppure 36 lattine, di identico volume, con contenuto abituale.
Quindi per raggiungere la DGA si dovrebbero bere più di 11 litri al giorno di liquidi, cosa che produrrebbe danni alla salute ben più gravi dell’intossicazione da aspartame contenuto in essi.
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/aspartame
La commercializzazione dell’aspartame venne approvata nel 1981 dalla Food and Drug Administration (FDA), l’ente americano che controlla la #sicurezza di farmaci e alimenti, e da allora è diventato uno dei dolcificanti artificiali più conosciuti al mondo e sicuramente uno dei più testati.
Da più di trent’anni questo edulcorante e i suoi derivati sono argomento di approfondite ricerche che comprendono studi sperimentali sugli animali, ricerche cliniche, studi tossicologici sulle quantità assunte, studi epidemiologici e attività di sorveglianza successiva all’immissione in commercio. Da molti anni e in molti Paesi l’aspartame, a seguito di accurate valutazioni e ricerche, è giudicato sicuro per il consumo umano. Perché allora questo dolcificante è ritenuto da molti consumatori un pericoloso additivo?
Già all’inizio della sua travagliata approvazione ha suscitato qualche sospetto, perché i primi studi, sui quali l’FDA si è basata per commercializzarlo, erano abbastanza imprecisi. Inoltre, due dipendenti dell’FDA, che avevano lavorato proprio su questo caso, erano stati poi assunti dal maggior produttore all’epoca di aspartame: la G.D. Searle.
Ciò originò accuse di conflitto di interessi oltre che le solite ipotesi di complotto. Ma la vera fonte del mito della nocività dell’aspartame e della sua terribile fama è dovuta essenzialmente alla disinformazione.
Nel 1998 è comparsa una lettera firmata da una certa Nancy Markle che additava l’aspartame come responsabile di gravi patologie quali tumori, lupus, sclerosi multipla, tossicità da metanolo (suo metabolita) e problemi in gravidanza, generando una vera e propria catena di Sant'Antonio diffusa tramite email.
Sin dalla sua istituzione, nel 2002, l’European Food Safety Authority (#EFSA) ha tenuto la sicurezza dell'aspartame sotto costante osservazione. Nel 2006, 2009, 2011 e 2013 i suoi gruppi di esperti hanno emanato pareri su nuovi studi scientifici in merito alla presunta tossicità di questo dolcificante.
In tutte queste occasioni, però, l’Autorità ha sempre concluso che i nuovi dati scientifici non costituivano motivo sufficiente per rivedere la valutazione della sicurezza dell'aspartame, né per ritoccare l'attuale dose giornaliera accettabile (DGA).
L'aspartame viene metabolizzato dal nostro organismo dando luogo ad acido aspartico, un amminoacido non essenziale e a #fenilalanina, contenuta nella maggior parte delle proteine animali e vegetali, il cui metabolismo potrebbe rappresentare un problema per le persone affette da fenilchetonuria o alcaptonuria a cui per altro DGA di 40 mg/kg non è applicabile in quanto devono comunque seguire rigorosamente una dieta a basso contenuto di fenilalanina.
Il metabolismo dell’aspartame produce anche #metanolo, alcol presente naturalmente in frutta e verdura e nel sangue umano, il quale, a sua volta viene trasformato in formaldeide e successivamente in acido formico i cui sali, i formiati, a dosi altissime sono stati riconosciuti essere neurotossici nelle sperimentazioni animali.
L'attuale dose giornaliera accettabile (#DGA) di 40mg/kg di peso corporeo/die è ritenuta protettiva della popolazione generale e l'esposizione dei consumatori all'aspartame è ben al di sotto di questa DGA. Per raggiungere tale dose, un adulto che pesi 60 kg dovrebbe bere 12 lattine da 330 ml di una qualsiasi bevanda dietetica, che contenga aspartame ai massimi livelli di uso consentiti, ogni giorno per tutta la vita, oppure 36 lattine, di identico volume, con contenuto abituale.
Quindi per raggiungere la DGA si dovrebbero bere più di 11 litri al giorno di liquidi, cosa che produrrebbe danni alla salute ben più gravi dell’intossicazione da aspartame contenuto in essi.
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/aspartame