29 maggio 2015
Il 20 e il 21 Aprile 2015, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, si è tenuta la presentazione delle “Nuove Linee Guida per la gestione delle fioriture di Ostreopsis cf. ovata e di cianobatteri nelle acque di balneazione”, cui hanno contribuito vari gruppi di ricerca di istituzioni pubbliche e di provenienza universitaria, tra cui i membri del “gruppo di studio sulle tossine naturali” di SITOX, coordinati da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria), alla presenza di rappresentanti del Ministero della Salute e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
L’esposizione ad aerosol marino e il contatto diretto a seguito di attività di balneazione e ricreazionali in presenza di proliferazioni di Ostreopsis cf. ovata provoca problemi sanitari legati ad effetti locali e sistemici (tosse, mal di gola, rinorrea, congiuntiviti, dermatiti, febbre alta, nausea e vomito), che possono ulteriormente progredire in sintomi più gravi legati alle proprietà tossicologiche delle tossine prodotte dall’alga marina. Benché la sintomatologia negli eventi segnalati fino ad ora non sia particolarmente preoccupante, emblematico è il caso di Genova del 2005, quando più di 200 persone si sono rivolte al Pronto Soccorso degli ospedali locali. Di questi, circa 40 persone sono state ottenute in osservazione per periodi variabili da 1 a 3 giorni.
Oltre al problema sanitario, esiste un problema economico correlato: uno studio eseguito in Costa Azzurra ha evidenziato che la presenza di fioriture di Ostreopsis comporta disdette e partenze anticipate di turisti dai posti di villeggiatura, con perdite economiche stimate da centinaia di migliaia fino a 10 milioni di Euro per stagione. In aggiunta, non è da trascurare il costo per il SSN, correlate al ricorso al pronto soccorso dei pazienti coinvolti: di conseguenza un’azione preventiva per minimizzare l’esposizione dei bagnanti e degli operatori del settore è altamente auspicabile. Prevenire tutti questi problemi è il senso delle Linee guida, recentemente pubblicate.
Anche la balneazione nelle acque dolci (laghi, fiumi, ecc) può essere problematica per la presenza di cianobatteri che provocano fioriture più o meno intense, con presenza a tratti di schiume che oltre a poter indurre effetti locali e sistemici non trascurabili sulla salute, sono non piacevoli sia alla vista che all’olfatto, essendo fortemente maleodoranti. Anche in questo caso quindi oltre ai problemi sanitari (anche legati a pesca e impianti di acquacoltura, per accumulo delle tossine prodotte negli organismi) è ipotizzabile un danno economico. Nei bacini idrici italiani le principali cianotossine rilevate sono le microcistine (epatossiche) e l’anatossina-a (neurotossica). Anche per evitare l’esposizione a queste tossine sono state predisposte le specifiche linee guida per gestire le fioriture di cianobatteri nelle acque di balneazione.
Per informazioni ufficiali si rimanda alle Linee Guida:
http://www.iss.it/publ/index.php?lang=1&id=2843&tipo=5
http://www.iss.it/publ/index.php?lang=1&id=2839&tipo=5
L’esposizione ad aerosol marino e il contatto diretto a seguito di attività di balneazione e ricreazionali in presenza di proliferazioni di Ostreopsis cf. ovata provoca problemi sanitari legati ad effetti locali e sistemici (tosse, mal di gola, rinorrea, congiuntiviti, dermatiti, febbre alta, nausea e vomito), che possono ulteriormente progredire in sintomi più gravi legati alle proprietà tossicologiche delle tossine prodotte dall’alga marina. Benché la sintomatologia negli eventi segnalati fino ad ora non sia particolarmente preoccupante, emblematico è il caso di Genova del 2005, quando più di 200 persone si sono rivolte al Pronto Soccorso degli ospedali locali. Di questi, circa 40 persone sono state ottenute in osservazione per periodi variabili da 1 a 3 giorni.
Oltre al problema sanitario, esiste un problema economico correlato: uno studio eseguito in Costa Azzurra ha evidenziato che la presenza di fioriture di Ostreopsis comporta disdette e partenze anticipate di turisti dai posti di villeggiatura, con perdite economiche stimate da centinaia di migliaia fino a 10 milioni di Euro per stagione. In aggiunta, non è da trascurare il costo per il SSN, correlate al ricorso al pronto soccorso dei pazienti coinvolti: di conseguenza un’azione preventiva per minimizzare l’esposizione dei bagnanti e degli operatori del settore è altamente auspicabile. Prevenire tutti questi problemi è il senso delle Linee guida, recentemente pubblicate.
Anche la balneazione nelle acque dolci (laghi, fiumi, ecc) può essere problematica per la presenza di cianobatteri che provocano fioriture più o meno intense, con presenza a tratti di schiume che oltre a poter indurre effetti locali e sistemici non trascurabili sulla salute, sono non piacevoli sia alla vista che all’olfatto, essendo fortemente maleodoranti. Anche in questo caso quindi oltre ai problemi sanitari (anche legati a pesca e impianti di acquacoltura, per accumulo delle tossine prodotte negli organismi) è ipotizzabile un danno economico. Nei bacini idrici italiani le principali cianotossine rilevate sono le microcistine (epatossiche) e l’anatossina-a (neurotossica). Anche per evitare l’esposizione a queste tossine sono state predisposte le specifiche linee guida per gestire le fioriture di cianobatteri nelle acque di balneazione.
Per informazioni ufficiali si rimanda alle Linee Guida:
http://www.iss.it/publ/index.php?lang=1&id=2843&tipo=5
http://www.iss.it/publ/index.php?lang=1&id=2839&tipo=5