9 novembre 2018
![secondo-uno-studio-rea](https://external.xx.fbcdn.net/safe_image.php?d=AQDiYpXORW6T8vFJ&url=http%3A%2F%2Fwww.repstatic.it%2Fcontent%2Flocalirep%2Fimg%2Finchieste%2F2016%2F04%2F11%2F125523056-0cce3839-7b50-4a2a-80e6-b98053458e8c.jpg&_nc_hash=AQBcQrmSkjNHkNcy)
Secondo uno studio realizzato dalla Ue, il 7-8% delle patologie dermatologiche è dovuto a ciò che indossiamo. Stoffe sintetiche e coloranti industriali possono infatti risultare, nei soggetti predisposti, irritanti ed allergizzanti. Esiste un regolamento del Parlamento Europeo -il REACH - che stabilisce i criteri per l’uso delle sostanze chimiche nei tessuti. Il problema però è spesso legato all'importazione, poiché l’area di applicazione del #REACH è limitata all’Europa. Ne consegue che i prodotti di importazione possono contenere sostanze pericolose ma non ritenute tali nei Paesi in cui sono stati fabbricati. Spesso nei capi d'abbigliamento si riscontrano sostanze come i #ftalati, #formaldeide, metalli pesanti, azo-composti e nonilfenolo (NP). Sarebbe buona norma lavare i capi prima di indossarli e fare attenzione all'etichetta in quanto la sua mancanza è sempre un indizio di pericolosità.