12 novembre 2018
Il National Toxicology Program ha pubblicato i risultati di un importante studio sulla possibile correlazione, nei ratti e nei topi, tra il cancro e certe radiazioni #elettromagnetiche paragonabili a quelle prodotte dai telefoni cellulari. In particolare, l'esposizione a livelli elevati di RFR (radiazioni a radiofrequenza), causerebbe lo sviluppo di tumori cardiaci nei ratti maschi. Tecnologia che sembra anche provocare tumori al cervello e alla ghiandola surrenale nei topi esposti.
Lo studio – commissionato dalla Food and Drug Administration– è durato più di 10 anni ed è costato circa 30 milioni di euro. I ratti e i topi sono stati esposti a radiazioni di frequenza 900 e 1900 MHz, tipiche dei cellulari, rispettivamente, di seconda e terza generazione (2G e 3G). Oggi gli smartphone che usiamo sono di quarta generazione (4G) e funzionano con frequenze molto più alte e meno penetranti. Inoltre, il National #Toxicology Program spiega che i risultati sugli animali non possono essere direttamente applicati agli esseri umani, non soltanto perché i livelli di esposizione e la durata sono state maggiori di quelle a cui la gran parte delle persone si sottopone usando i telefoni #cellulari, ma anche perché i ratti e i topi hanno ricevuto le radiazioni su tutto il corpo, mentre gli umani sono esposti alle radiazioni in modo più localizzato. Per avere più chiarezza, il National Toxicology Program in collaborazione con NST (National Institute of Standards and Technology) inizierà dei nuovi test. In attesa dei nuovi dati, si potrebbe cercare di usare di più le cuffie e il vivavoce per chiamare.
Lo studio – commissionato dalla Food and Drug Administration– è durato più di 10 anni ed è costato circa 30 milioni di euro. I ratti e i topi sono stati esposti a radiazioni di frequenza 900 e 1900 MHz, tipiche dei cellulari, rispettivamente, di seconda e terza generazione (2G e 3G). Oggi gli smartphone che usiamo sono di quarta generazione (4G) e funzionano con frequenze molto più alte e meno penetranti. Inoltre, il National #Toxicology Program spiega che i risultati sugli animali non possono essere direttamente applicati agli esseri umani, non soltanto perché i livelli di esposizione e la durata sono state maggiori di quelle a cui la gran parte delle persone si sottopone usando i telefoni #cellulari, ma anche perché i ratti e i topi hanno ricevuto le radiazioni su tutto il corpo, mentre gli umani sono esposti alle radiazioni in modo più localizzato. Per avere più chiarezza, il National Toxicology Program in collaborazione con NST (National Institute of Standards and Technology) inizierà dei nuovi test. In attesa dei nuovi dati, si potrebbe cercare di usare di più le cuffie e il vivavoce per chiamare.