6 marzo 2019
#PFAS, l’EFSA rivede le dosi giornaliere tollerabili.
PFAS è l'acronimo di Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici) ed è una famiglia di composti #chimici utilizzata prevalentemente in campo industriale. Le classi di PFAS più diffuse sono il #PFOA (acido perfluoroottanoico) e il #PFOS (perfluorottanosulfonato), composti chimici artificiali quindi prodotti dall’uomo e pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente.
Sono catene alchiliche idrofobiche fluorurate e per questo impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie a queste due caratteristiche e alla resistenza alle alte temperature trovano impiego nel trattamento dei tappeti, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, nel rivestimento di padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico nonché nella produzione di schiume antincendio.
PFOA e PFOS sono composti chimicamente stabili e resistenti ai tipici processi di degradazione, perciò risultano essere persistenti e presenti sia nel suolo, che nell’aria e nell’acqua. Infatti, la produzione, l'immissione sul mercato e l'uso dei PFOS sono disciplinati dalla legislazione UE sugli #inquinanti organici persistenti (Regolamento (CE) 850/2004).
I PFAS, in particolare i PFOA e PFOS, sono sempre più diffusi nell’ambiente al punto che la Commissione Europea ha chiesto all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (#EFSA) di valutare l’importanza dell’alimentazione per l’esposizione umana a queste sostanze.
L’EFSA ha pubblicato il primo dei due pareri richiesti e secondo il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) dell’EFSA, gli alimenti (e, in particolare, il pesce e i prodotti ittici) sembrano essere un’importante fonte di esposizione a questi contaminanti.
Inoltre, esistono altre vie d’esposizione correlate agli alimenti, per quanto modeste, come l’acqua potabile per entrambi i composti e i materiali di imballaggio per alimenti e gli utensili da cucina (rivestimenti antiaderenti) nel caso del PFOA.
Secondo i dati dell’EFSA per il PFOS è stato riscontrato un aumento del colesterolo totale nel siero per gli adulti e una diminuzione della risposta anticorpale alla vaccinazione nei bambini. Per il PFOA invece è stato identificato oltre all’aumento del colesterolo totale nel siero anche un incremento delle percentuali di soggetti con alti livelli dell’enzima epatico alanina aminotransferasi (ALT) nel siero. Infine, per entrambe le sostanze è stata osservata anche una riduzione del peso alla nascita.
Se da un lato le conclusioni sono provvisorie e verranno riviste durante il completamento della seconda parte, dall’altro lato gli esperti dell’EFSA hanno ritenuto i dati scientifici a disposizione sufficienti per stabilire, per entrambi i composti, una nuova dose giornaliera tollerabile (TDI), cioè la stima della quantità di sostanza che può essere ingerita nell’arco di una vita senza rischi apprezzabili per la salute.
Per quanto riguarda il PFOS, il gruppo di esperti scientifici ha fissato una TDI pari a 1,86 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno; per il PFOA, una TDI pari a 0,86 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/news/efsa-contam-3503.pdf
PFAS è l'acronimo di Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici) ed è una famiglia di composti #chimici utilizzata prevalentemente in campo industriale. Le classi di PFAS più diffuse sono il #PFOA (acido perfluoroottanoico) e il #PFOS (perfluorottanosulfonato), composti chimici artificiali quindi prodotti dall’uomo e pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente.
Sono catene alchiliche idrofobiche fluorurate e per questo impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie a queste due caratteristiche e alla resistenza alle alte temperature trovano impiego nel trattamento dei tappeti, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, nel rivestimento di padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico nonché nella produzione di schiume antincendio.
PFOA e PFOS sono composti chimicamente stabili e resistenti ai tipici processi di degradazione, perciò risultano essere persistenti e presenti sia nel suolo, che nell’aria e nell’acqua. Infatti, la produzione, l'immissione sul mercato e l'uso dei PFOS sono disciplinati dalla legislazione UE sugli #inquinanti organici persistenti (Regolamento (CE) 850/2004).
I PFAS, in particolare i PFOA e PFOS, sono sempre più diffusi nell’ambiente al punto che la Commissione Europea ha chiesto all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (#EFSA) di valutare l’importanza dell’alimentazione per l’esposizione umana a queste sostanze.
L’EFSA ha pubblicato il primo dei due pareri richiesti e secondo il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) dell’EFSA, gli alimenti (e, in particolare, il pesce e i prodotti ittici) sembrano essere un’importante fonte di esposizione a questi contaminanti.
Inoltre, esistono altre vie d’esposizione correlate agli alimenti, per quanto modeste, come l’acqua potabile per entrambi i composti e i materiali di imballaggio per alimenti e gli utensili da cucina (rivestimenti antiaderenti) nel caso del PFOA.
Secondo i dati dell’EFSA per il PFOS è stato riscontrato un aumento del colesterolo totale nel siero per gli adulti e una diminuzione della risposta anticorpale alla vaccinazione nei bambini. Per il PFOA invece è stato identificato oltre all’aumento del colesterolo totale nel siero anche un incremento delle percentuali di soggetti con alti livelli dell’enzima epatico alanina aminotransferasi (ALT) nel siero. Infine, per entrambe le sostanze è stata osservata anche una riduzione del peso alla nascita.
Se da un lato le conclusioni sono provvisorie e verranno riviste durante il completamento della seconda parte, dall’altro lato gli esperti dell’EFSA hanno ritenuto i dati scientifici a disposizione sufficienti per stabilire, per entrambi i composti, una nuova dose giornaliera tollerabile (TDI), cioè la stima della quantità di sostanza che può essere ingerita nell’arco di una vita senza rischi apprezzabili per la salute.
Per quanto riguarda il PFOS, il gruppo di esperti scientifici ha fissato una TDI pari a 1,86 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno; per il PFOA, una TDI pari a 0,86 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/news/efsa-contam-3503.pdf