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12 febbraio 2019
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Non solo smog, anche in #casa l’aria si può inquinare.
Ecco come controllare se succede.

Quando parliamo di #inquinamento, pensiamo subito all’aria esterna e al traffico, ma esiste anche il cosiddetto inquinamento #indoor. Proprio negli ambienti confinati a volte si registrano valori di concentrazione di inquinanti superiori a quelli presenti nello stesso momento outdoor o, più comunemente, si riscontra la presenza di sostanze inquinanti non rilevabili all’esterno.

Si definisce inquinamento indoor “la presenza nell’aria di ambienti confinati di #contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità” (Ministero dell’Ambiente Italiano, 1991).

Questi contaminanti provengono in parte dall’#esterno (inquinamento atmosferico outdoor, pollini) e in parte da fonti interne quali attività domestiche, gli impianti di climatizzazione, materiali edili e arredi.

Gli occupanti posso contribuire all’inquinamento indoor in due modi. Il primo è attraverso l’emissione di #bioeffluenti come la produzione di anidride carbonica (CO2) che è principale gas metabolico prodotto dall’uomo. Essi non sono nocivi per la salute perché in bassa concentrazione ma hanno spesso cattivo #odore e rendono l’aria meno ricca di ossigeno.

Gli occupanti, oltre all’emissione di bioeffluenti e di "goccioline di #Flügge" (goccioline di saliva) che possono veicolare agenti infettivi, contribuiscono ad inquinare l’aria degli ambienti chiusi attraverso le loro comuni attività.

Per esempio, il fumo di tabacco ambientale, il cosiddetto #ETS (Environmental Tobacco Smoke) apporta significative concentrazioni di nicotina e di sostanze irritanti, tossiche e potenzialmente cancerogene.

La #cottura dei cibi e il riscaldamento degli ambienti contribuiscono all’aumento della concentrazione di biossido di azoto (NO2), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO). Quest’ultimo, un gas incolore e insapore, è particolarmente pericoloso in quanto lega l’emoglobina al posto dell’ossigeno con affinità 234 volte superiore ed il suo legame all’emoglobina è praticamente irreversibile. Quindi è importante che i locali siano ben areati e gli scarichi non ostruiti.

I materiali edili, gli arredi e i rivestimenti (vernici, pavimenti ecc.) possono rappresentare una importante fonte di inquinamento indoor. Per esempio, i mobili in truciolato, il materiale plastico e l’invecchiamento di resine polimeriche contribuiscono all’emissione di #formaldeide (HCHO) che il gas organico inquinante più presente in casa e può provocare la sindrome da edificio malato con problemi di irritazione agli occhi, naso e gola.

Altre potenziali fonti indoor di inquinamento sono i prodotti per la manutenzione e la pulizia (#detersivi, #insetticidi ecc.) e gli impianti di climatizzazione, specialmente per il rischio microbiologico.

La maggior presenza di questi inquinanti dipende dallo stile di vita e dalle nostre scelte. Qualche buona abitudine da seguire è arieggiare sempre in modo efficace, accendere la #cappa mentre si cucina, usare aspirapolveri con il filtro #hepa e fare i controlli periodici dei filtri degli impianti di climatizzazione.

Per saperne di più:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4389&area=indor&menu=vuoto
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